Il Comune di Lajatico ha un’estensione territoriale di 72 Kmq
Il Comune di Lajatico ha un’estensione territoriale di 72 Kmq di cui una minima parte pianeggiante ed il resto collinare – montano (altezze variabili da 100 a 650 m sul livello del mare), domina il congiungersi della Val d’Era con la Val di Cecina.
La Sterza, una sua frazione, costituisce la porta naturale tra queste due realtà geografiche. Racchiuso tra il torrente Sterza e i fiumi Era e Ragone, suoi confini naturali, è situato in una posizione centrale che facilita gli spostamenti e le visite verso le principali città d’arte toscane ed i luoghi balneari.
Inoltre, con il 60% della sua superficie territoriale coperta da boschi e pinete, offre un’opportunità esclusiva al turismo naturalistico.
Elemento di spicco nel comune di Lajatico
Elemento di spicco che ha reso Lajatico famoso nel mondo è il Teatro del Silenzio insieme al più famoso tenore al mondo Andrea Bocelli, che da un decennio ormai costituisce un evento che coniuga la musica del maestro Andrea Bocelli, nato e attualmente residente della frazione La Sterza, e di moltissimi altri musicisti di fama mondiale, con un paesaggio mozzafiato dove l’impatto della mano dell’uomo è pressoché ridotto a zero.
Sede comunale, è dotato di servizi e arricchito da particolari opere architettoniche ed artistiche. Attorno ad esso orbitano le varie frazioni: Orciatico, antico borgo che conserva ancora l’aspetto medievale, Spedaletto, un tempo residenza di caccia di Lorenzo il Magnifico, Villaggio S. Giovanni Valdera, immerso nel verde del tipico paesaggio toscano e La Sterza, sede di numerose aziende artigiane.
Le caratteristiche ambientali del territorio di Lajatico offrono innumerevoli possibilità di riposo e di svago.
In ogni stagione si possono ammirare e gustare le bellezze del paesaggio, i vari itinerari naturalistici e i percorsi trekking, le variopinte colline, i folti boschi popolati da varie specie animali.
Tutto questo, insieme al Teatro del Silenzio, ha fatto guadagnare al nostro territorio una menzione speciale per l’eccellenza all’interno della quarta edizione del Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa.
Brevi cenni storici
Lajatico come rivela il suffisso -atico, è certamente di origine longobarda, ma i primi insediamenti sono molto più antichi.
Infatti, nel corso degli anni a Lajatico sono stati rinvenuti diversi reperti tra cui un cippo funerario, alcune urne di pregevole fattura, vasi in terracotta che dimostrano come il territorio fosse già abitato in epoca Etrusca.
Il primo documento storico di cui siamo a conoscenza dove è menzionato Lajatico è datato 891. Da qui, l’allora Castrum Ajatici, risulta appartenere ai vasti possedimenti della potente famiglia dei Pannocchieschi d’Elci.
Nel 1139 Ranieri Pannocchieschi cede al vescovo volterrano, Adimaro Adimari, quanto egli possiede nel territorio di Lajatico e zone limitrofe. Nel 1161 un’altra porzione di Lajatico fu ceduta sempre alla mensa vescovile di Volterra. Infine il vescovo Ildebrando Pannocchieschi, con bolla imperiale dell’agosto 1186, ottenne la giurisdizione politica sulla zona.
Nel 1202, a seguito dell’espansione pisana, Lajatico e buona parte della Val d’Era passarono sotto il dominio della città, almeno fino al 1284 anno in cui Pisa subì una schiacciante sconfitta nella battaglia della Meloria da parte della Repubblica Genovese.
A conclusione delle ostilità Lajatico tornò alla mensa vescovile volterrana; il vescovo dunque, a seguito di accordi precedenti, lo consegnò, assieme ad Orciatico, Pietracassia ed altri castelli, alla città di Firenze. Sarà con la pace di Fucecchio del 1293, che Lajatico tornerà sotto il dominio pisano. A parte la parentesi del 1362 in cui Firenze occupò per un breve tempo Lajatico, questo rimase sotto la giurisdizione di Pisa fino al 1406, anno in cui Pietro Gaetani, nobile pisano, tradendo la sua patria consegnò i castelli di Lajatico, Orciatico e Pietracassia ai fiorentini.
Nel 1434 questi ultimi, per punire gli abitanti dei suddetti castelli, volontariamente assoggettatesi alla volontà di Niccolò Piccinino al soldo dei Visconti di Milano, smantellarono le torri e le mura.
Nel 1664 gli stessi castelli con i loro territori, furono concessi in feudo con titolo di marchesato alla famiglia Corsini. Nel 1776 Lajatico incorporò il vicino Comune Orciatico e nel 1869 una parte dei territori appartenuti ai Comuni di Montecatini e Volterra.
Sempre nel 1869 furono gettate le basi per la fondazione dell’attuale Banca Popolare di Lajatico. Per iniziativa del medico Dott. Guelfo Guefli infatti, nel suddetto anno venne istituita “La società per l’educazione del popolo” il cui scopo era quello di promuovere l’istruzione, l’assistenza ed il mutuo soccorso tra i soci.
Nel 1883 la sezione del Mutuo Soccorso si staccò dalla società dando vita l’anno successivo a quella che sarebbe divenuta “La Banca Popolare Cooperativa di Lajatico” Era la base di partenza per arrivare all’attuale ed importante istituto di credito tutt’oggi operante su di un vasto territorio.
La sede dell’istituto bancario, esempio anch’essa di arte, con una colorazione molto particolare, fa bella mostra di sé a latere di Piazza Vittorio Veneto.
Infine, nel secolo appena trascorso, Lajatico è stato addirittura oggetto di un romanzo dal titolo “Quattro notti a Lajatico” , scritto da uno dei suoi più illustri abitanti, Augusto Gotti Lega.
Altro famoso cittadino, anche se per un brevissimo periodo, è stato il padre del poeta Giosuè Carducci.
Sei sei a Lajatico non perderti la Torre Civica
Chiesa San Leonardo
La Pieve di San Leonardo a Lajatico risale al XIII sec. ed esattamente al 1275. Essendo però troppo piccola per contenere un numero crescente di fedeli, nella seconda metà del 1800 fu ingrandita con l’aggiunta delle due navate laterali e, nel 1925, della facciata. Sempre nel XIX secolo fu sottoposta a restauri ed abbellimenti su progetto dell’Architetto Angelo Della Valle di Livorno.
I lavori iniziarono nel Luglio 1853 e la chiesa fu aperta al culto il giorno di Natale del 1856. La forma attuale è di ispirazione Neoclassica, con tre navate ed abside semicircolare. Le colonne che sorreggono le volte delle navate, si presentano cilindriche e sormontate da capitelli ionici.
All’interno, molto luminoso, la navata centrale si chiude con una volta a botte. L’altare maggiore, distrutto dagli eventi bellici, è stato rimesso a nuovo nel 1957.
Gli affreschi della volta centrale, dove sono raffigurati il Cristo Re e Maria S.S. Assunta, sono stati dipinti tra il 1949 ed il 1950 dal pittore senese Gualtiero Anichini. Nel 1952 il prof. Marini eseguì un dipinto con la figura di San Giuseppe.
Nel 1965 fu terminata la ricostruzione dell’organo a canne (complessive 849). Inoltre sulla parete di ingresso una lapide ricorda il passaggio di Pio IX da questi luoghi il 26 Agosto 1857.
A fianco un’altra memoria ricorda il ritorno delle sue spoglie, sulle stesse strade percorse oltre 150 anni prima, e la sosta nella chiesa di Lajatico.
Un altro pontefice transitò ugualmente dai territori di Lajatico, fu Papa Urbano VI che, nel 1300, in viaggio da Genova a Perugia, pernottò a Lajatico con la sua corte.
Dal 1999, l’opera pittorica di Paolo Maiani, artista pisano, illumina la Chiesa con l’affresco de “La guarigione del cieco nato” (7,68 m x 4,98 m). Un dono di rara bellezza che va al di la dei significati oggettivi e rappresentativi, dove il miracolo della luce e dell’arte si mescolano con l’attimo della grazia. Oratorio di S. Sebastiano.
A poca distanza dalla chiesa di S. Leonardo a Lajatico si trova l’antico oratorio di S. Sebastiano. Eretto nel 1520 per volere di una confraternita formatasi in Lajatico, appena due anni prima, (atto di fondazione 8 aprile 1518) con lo scopo di raccogliere i confratelli per la preghiera ed altre opere pie. Pochi anni dopo, infatti, fu istituito uno spedale pei poveri rimasto attivo fino al 1585. Dal 1946 è riconosciuto come Cappella dei caduti.
Nel 2001 la facciata è stata abbellita con l’affresco del pittore Paolo Maiani “ Recupero di Memoria” rappresentante il trionfo della Resurrezione.
Durante gli ultimi restauri esterni, la facciata ed i portali sono stati abbelliti con formelle raffiguranti rispettivamente Cristo, San Leonardo e San Lino e una Allegoria del Credo, autore Stefano Stacchini, allestimento con la regia di Alberto Bartalini.
Sala polivalente San Carlo
Poco distante dall’oratorio di S. Sebastiano si trovava una cappella gentilizia deteriorata e completamente in rovina.
Nel 2002 è stata rilevata dall’Amministrazione Comunale, e dopo un accurato restauro è stata resa di pubblica utilità adibendola a sala polivalente.
La sala, anche se di dimensioni ridotte, è a disposizione di chiunque ne faccia richiesta per ospitare mostre di ogni genere e natura. Nel corso dell’anno pittori, artisti, fotografi, la utilizzano per esporre le proprie opere.
La torre Campanaria, l’Orologio e la piazza di Lajatico
L’attuale torre campanaria faceva probabilmente parte dell’antico castello di Lajatico. Si affaccia sulla centrale Piazza Vittorio Emanuele.
Nel 1790 la famiglia Gotti, l’allora proprietaria, concesse in uso gratuito la struttura affinché fosse utilizzata per installarvi un pubblico orologio.
Nel 1791, dopo pochi lavori di adattamento delle mura, la magistratura di Lajatico deliberò di acquistare un orologio da torre con relativa campana, stanziando la somma di 80 scudi.
Il tutto fu commissionato a Donato Rosi di Volterra. Altri interventi alla torre furono eseguiti nel 1860. Nel 1999 il meccanismo, ormai in disuso e obsoleto è stato rimosso, restaurato e messo in mostra nel Palazzo Comunale.
Su una parete della piazza Vittorio Vento troverete una piccola insegna con l’iscrizione “Speakers’ Corner – Angolo del parlatore” e, appeso lì vicino, un piccolo sgabello che è possibile staccare ed utilizzare. Si tratta del tributo ad un simbolo del mondo anglosassone, lo Speakers’ Corner di Hyde Park, a Londra.
Proprio come nella tradizione inglese, è possibile effettuare il proprio intervento la domenica, dalle 9 alle 11 e dalle 16 alle 18, rigorosamente senza prenotazione!
Il Castello, situato nella parte centrale del paese, ha origini anteriori all’anno 1000 (Castrum Ajatici) Ad oggi però, eccetto il lato che si affaccia sulla piazza principale, ben poco è rimasto a testimoniarne la presenza.
La facciata presenta un ingresso con arco a sesto acuto e lateralmente uno stemma in pietra raffigurante il simbolo della Repubblica Marinara di Pisa. In alto, sulla sinistra, è possibile osservare un leone in pietra reggente uno scudo scolpito con il giglio di Firenze.
Sopra la porta di ingresso si trova una bifora circondata da sei stemmi; cinque di questi impossibili da identificare mentre il restante, collocato al di sopra della finestra, raffigura un’aquila probabilmente stemma della famiglia Gaetani Nel piccolo atrio d’ingresso è possibile osservare tre scene scolpite in pietra, riguardanti la battaglia tra la Repubblica Pisana e la città di Firenze.
Il Castello fu venduto ai fiorentini da Pietro Gaetani nel 1405; gli stessi fiorentini, per punizione, nel 1434 ne smantellarono le torri e le mura.
Sul lato destro del palazzo si erge la Torre Campanaria. Da qui, tramite una galleria scolpita nel tufo, è possibile raggiungere il palazzo dei Gotti Lega.
Nel centro della medesima anticamente era stato ricavato un atrio utilizzato per la degustazione del vino.
Lajatico è…
il cuore della toscana
Il palazzo comunale di Lajatico
La rosa rossa con il motto “Tutto vive tutto muore” è il simbolo di Lajatico e fa bella mostra di sé sul gonfalone posto in vetta alle scale in una teca e nell’ampia e luminosa Sala Consiliare posta al primo piano del palazzo comunale, arredata con scuri banconi in legno per Giunta e Consiglieri e una balaustra sempre in legno che delimita lo spazio per il pubblico.
Il soffitto è affrescato e vicino al severo monito ricolto agli amministratori “Excogitate Consules sub imperio legis”, di legiferare nel rispetto della Legge, piccoli camei posti nell’incrocio delle volte presentano vedute di Firenze, Roma, Napoli eVenezia, spesso presenti nei palazzi comunali dell’epoca, a sottolineare l’Unità d’Italia finalmente raggiunta.
Al suo interno è possibile ammirare alcuni reperti di arte etrusca tutti ritrovati tutti nel territorio di Lajatico: un’urna funeraria, alcune anfore e un cippo funerario di notevoli dimensioni.
Nel pianerottolo tra il primo ed il secondo piano è stato posto il reastaurato meccanismo dell’orologio della torre campanaria della piazza. All’interno del palazzo comunale ha sede la Biblioteca Comunale.
Il palazzo Pretorio di Lajatico
Situato sulla via principale del paese, sono ancora visibili le carceri e la struttura originaria. Utilizzato come sede del governo della comunità di Lajatico, dagli inizi del XIX secolo è stato adibito a civile abitazione.
La sua struttura, risalente al XII secolo, conserva ancora visibili gli stemmi dei vari signori di Lajatico.
Le Fonti di Lajatico
Le fonti costituivano il più importante approvvigionamento idrico per il castello di Lajatico. Data la grossa portata di acqua, nel 1783, per ordine del Gonfaloniere Ottavio Gotti, furono ampliate dotandole di abbeveratoio per animali e di vasche da utilizzare come pubblici lavatoi.
Originariamente quest’ultimi erano dotati di copertura in legno e coppi, col tempo andati distrutti.
Installazioni artistiche a Lajatico
Tutto il territorio comunale di Lajatico è costellato da presenze artistiche:
Il Teatro del Silenzio e la strada del Silenzio
Il Teatro del Silenzio costituisce un’opera unica nel suo genere, un teatro naturale ricavato nalla splendida cornice delle colline di Lajatico, piccolo gioiello paesaggistico dell’Alta Val d’Era.
Lo scenario non è costituito da drappi, stucchi, o immagini, ma da un laghetto circondato da blocchi di travertino al centro del quale spiccano di anno in anno opere di artisti di fame internazionale, come Igor Mitoraj, l’autore della prima installazione che è poi divenuta anche simbolo del Teatro stesso.
La platea non è composta da file di poltrone, ma è costituita semplicemente dal dolce declino di una collina delimitato da gradoni larghi e bassi anche questi di travertino.
Per il giorno dello spettacolo, solo per quel giorno, saranno presenti le strutture indispensabili per una rappresentazione.
Altra particolarità del teatro è che per 364 giorni all’anno rimarrà in silenzio ed intatto nella sua perfetta armonia. E solo per un giorno si animerà di personaggi illustri, dando al “bel canto” forse una collocazione logistica diversa, ma senza dubbio un risalto unico ed emozionante.
Andrea Bocelli, nativo di questi luoghi e presidente onorario dell’Associazione Teatro del Silenzio, che ha promosso l’iniziativa, da sempre ha creduto in questo “teatro naturale” e con la sua partecipazione ha voluto unire la musica e la sua terra in un unico grande palcoscenico.
Lungo un tratto della strada provinciale che da Lajatico porta al bivio per Orciatico, tratto denominato “Suciano”, è stato realizzato un percorso pedonale che conducce al teatro del Silenzio: la Strada del Silenzio, con punti di sosta con panchine di travertino e piante autoctone.